martedì 2 aprile 2013

Renato Taietti...

Seduta davanti alla vecchia stufa, si asciugava le lacrime con lo straccio della cucina, dalla finestra entrava un debole sole e odor d’erba bagnata..
Sul tavolo della stanza quattro assi male inchiodate aperte, una brutta cassa da morto, all’interno mosche e sangue, il corpo di Renato, il più giovane, diciassette anni. Mia nonna Giovanna aveva in giro per il mondo sette figli, per la guerra, per liberare l’Italia. Quando il prete che arrivava da Lodi con due buoi e un carro pieno di bare, si fermò a Molino Doppio, la vecchia Cascina tra i prati della Barona, dicendo che c’era un Taietti, Giovanna disse urlando, “ma chi è dei miei figli”.?

Renato innamorato di quella ragazzina mora di Lodi Vecchio, Renato il più giovane, il più piccolo sempre via da casa, sempre di corsa, sempre che rideva e sognava amore e libertà. Ora li, sul tavolo della cucina con un fazzoletto a quadri in mano che cercava di coprire di tamponare un’enorme squarcio rosso di mitraglia nella pancia, carne e budella, e un buco in fronte nero come le loro maledette camicie nere... e la sua voce, le sue grida perse per sempre in un campo là a Lodi, i suoi sogni scomparsi, la sua vita ancora da cominciare per sempre finita. Fascisti e nazisti che se ne vanno, che scappano, ma come ultimo sfregio morti e risate. Torneranno a casa gli altri sei fratelli, gli altri Partigiani, e gli altri soldati del mondo, ma Renato non c’è più e questo fine Aprile di gioia, di Liberazione, vedrà altre lacrime e altro dolore.. e le macchie di sangue stenteranno ad asciugare. E noi non potremo mai dimenticare.


RENATO TAIETTI anni diciassette, catturato in combattimento a Lodi Vecchio il 26 aprile 1945 e subito fucilato da fascisti e nazisti di una colonna Motorizzata che stava fuggendo verso la Svizzera, Il suo corpo e sepolto al Cimitero Maggiore, Campo della Gloria, una lapide a Lodi Vecchio, Viale Piacenza ricorda lui e i suoi compagni trucidati da vigliacca mano fascista, il suo nome è iscritto alla Loggia dei Mercanti di Milano insieme a 1739 Martiri che donando la loro vita ci hanno regalato la LIBERTÀ’.